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Il polline d'api

Il polline si origina nei fiori e precisamente sulle parti terminali de- gli stami dette antere, rappresenta l’elemento maschile di tutti i vegetali e si presenta sotto forma di polvere costituita da microscopici granuli. Il suo nome deriva dal latino “pollen”, ossia “fior di farina”, con colore e forma che variano a seconda della specie che lo genera. Attraverso l’osservazione al microscopio possiamo risalire a quale fiore appartiene, da ciò è nata una vera e propria scienza, la Palinologia, che si occupa dello studio di questa impalpabile sostanza.

Dal fiore si disperde nell’ambiente per poter svolgere quella indispensabile funzione che la natura gli ha demandato, l’impollinazione, ossia, depositarsi sullo stigma (parte femminile della pianta) di un’altra infiorescenza e fecondare gli ovuli contenuti nell’ovario. Il fiore diverrà quindi frutto e potrà perpetuare con i semi al suo interno il ciclo di vita vegetale. Per far ciò il polline si affida al vento o agli insetti come le api, trasformandosi in un minuscolo “autostoppista” che viene trasportato di fiore in fiore.

Il polline è l’unico alimento proteico per le api, necessario per alimentare le giovani larve e per produrre la pappa reale, destinata all’alimentazione dell’ape regina. Per raccoglierlo le api si impolverano l’intero corpo, lo prelevano con le zampe impastandolo con il miele e lo confezionano in palline posizionate a lato delle zampe posteriori per trasportarlo all’interno dell’alveare.

La raccolta

L’apicoltore, in corrispondenza dell’ingresso dell’alveare, posiziona la così detta “trappola da polline”, che presenta una griglia con aperture circolari di 5 millimetri. Le api passando attraverso i fori perdono le palline di polline più grandi che cadono in un cassetto di raccolta sottostante.

Si calcola che una colonia d’api produca 40-50 kg di polline all’anno per sopperire alla necessità della covata (le future api), la sottrazione operata dall’apicoltore interessa pochi chilogrammi ed è abbondantemente compensata dall’ aumento delle api bottinatrici (ad- dette alla raccolta del polline e nettare).

La deumidificazione a freddo

Possiamo consumare il polline ap- pena raccolto, oppure, per aver modo di assumere questo prezioso alimento nei periodi che più desideriamo, è possibile conservarlo in congelatore o essiccarlo. La maggior parte degli apicoltori italiani ha adottato un processo di essicazione definito “Deumidificazione a Freddo”, che ricorre all’impiego di basse temperature per ridurre l’umidità in eccesso, allo scopo di rendere conservabile il prodotto anche a temperatura ambiente.

Secondo i concetti del- la filosofia crudista, che prevede il consumo fresco degli alimenti o l’utilizzo di blandi trattamenti termici per il loro condizionamento, la “Deumidificazione a Freddo” ricorre all’impiego di flussi d’aria che essiccano il polline a temperature di 35-40°C mantenendo pressoché inalterate le proprietà nutrizionali dell’alimento.

Proprieta' e benefici

Il polline è un alimento completo che può essere inserito in molteplici regimi alimentari. Contiene gli 8 aminoacidi essenziali presenti solo negli alimenti di origine animale come la carne, le uova o il pesce, le proteine presenti al suo interno sono inoltre di elevata qualità, altamente assimilabili e prive di scorie metaboliche. Altri componenti essenziali sono l’acqua, i sali minerali e gli oligoele- menti, le fibre, le vitamine e gli enzimi necessari per facilitare le reazioni biochimiche che si svolgono all’interno del corpo. Grazie ai suoi principi attivi il polline può essere utilizzato come stimolante metabolico, per rafforzare le difese immunitarie, proteggere il sistema cardiovascolare, come antiossidante e come supporto al funzionamento intestinale.

Le proprietà antiossidanti del polline sono da attribuirsi alla presenza di Vitamina C, Vitamina B, Zinco e quegli aminoacidi che fanno parte del gruppo di molecole necessarie per la detossicazione epatica dai composti xenobiotici (le sostanze estranee che il fegato metabolizza per migliorarne l’espulsione). Grazie a queste reazioni biochimiche il nostro organismo si mantiene sempre “pulito”, mentre abitudini alimentari erronee o l’abuso di alcuni farmaci non sotto il controllo medico riducono questa funzionalità provocando l’aumento delle scorie che il corpo deve stoccare nei tessuti adibiti a tale compito, aumentando soprattutto le problematiche infiammatorie generali.

Le vitamine del gruppo B (B1, B5, B6) esaminate nel polline sono le responsabili del corretto utilizzo dei carboidrati da parte del corpo, questo si potrebbe tradurre in una riduzione dei livelli di trigliceridi presenti nel sangue. La Vitamina C, oltre ad essere un potente antiossidante, è anche la maggior responsabile dell’attivazione e del corretto funzionamento del sistema immunitario, il suo contenuto nel polline ne fa un ottimo aiuto per tale tessuto soprattutto nei cambi di stagione.

Il calcio presente nel polline, coadiuvato dalle vitamine del gruppo B e dalla presenza di alcuni acidi grassi, sono i maggiori responsabili della sensazione di benessere psico-fisico che si avverte dopo pochi giorni dall’assunzione del prodotto; le vitamine del gruppo B sono quelle che regolano la produzione di mielina (una particolare membrana plasmatica delle cellule neuronali che avvolge assoni, i “tubi” tramite i quali passa l’impulso nervoso), molecola necessaria per il corretto funzionamento del sistema nervoso cui particolarità è quella di avere un quantitativo di lipidi (di il polline è ricco) maggiore rispetto alle altre membrane cellulari Il calcio ha anche un effetto sedativo sul sistema nervoso sov.2- eccitato dagli stress quotidiani, sia fisici che emotivi, a cui siamo sottoposti quotidianamente.

Indicazioni per il consumo

Si dovrebbe assumere il polline con adeguata attenzione e metodo, per evitare, che un consumo superficiale vanifichi o riduca le sue proprietà alimentari. Nel caso si consumasse il polline per la prima volta è bene iniziare con un consumo ridotto del prodotto (circa un cucchiaino da caffè) per verificare la capacità digestiva o eventuali allergie. Si consiglia di assumere il polline a digiuno e masticare bene prima di ingerire, questo facilita la digestione a livello gastrico.

Il quantitativo giornaliero è altamente soggettivo, quindi si consiglia di rivolgersi ad un esperto per ottimizzare i benefici dell’alimento.

In linee generali, l’assunzione di un cucchiaio da minestra a digiuno (sotto i 14 anni un cucchiaino da caffè) prima di colazione può essere consigliata come antiossidante generale, anti infiammatorio e per migliorare la funzionalità del sistema immunitario. Si sconsiglia di consumare il polline oltre le ore 16, in quanto il suo contenuto di vitamina C rischierebbe di mantenere attivo il metabolismo cellulare, non più necessario in questo momento della giornata.

La modalità migliore di assunzione è da solo, senza l’aggiunta di altri alimenti, nel caso risultasse difficile o poco gradevole lo si può sciogliere in una bevanda tiepida (latte o te non caldi) oppure inserirlo nello yogurt o spalmato sopra marmellata o miele, l’importante è riuscire sempre a masticare adeguatamente il prodotto e non ingoiarlo interamente.

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