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La Nuova Provincia

Camerano Casasco e la filiera cortissima: per non stressare le api mette i vasetti di vetro direttamente nelle arnie

Tecnica sperimentale di Paulin Takumbo, apicoltore che domani apre le porte della sua azienda PolyAgriNova

18 Mag 2024

E’ uno degli apicoltori “sperimentali” del nostro territorio, così legato alle sue api da studiare un modo per migliorare la loro vita già così difficile a causa dei tanti cambiamenti climatici che le colpiscono.

Lui è Paulin Takumbo Takam, conosciuto da tutti come Tak, titolare della sua azienda agricola di allevamento api a Camerano Casasco, volto noto ai mercati contadini della Coldiretti.

Nella filosofia produttiva di Tak c’è anche l’impegno ad ottenere un miele estratto il più vicino possibile a quello prodotto in favo, garantendo alle api fonti nettarifere naturali ed intervenendo al minimo, per non alterare il processo alimentare dell’ape.

«Con questo intento – spiega Tak – ho ideato il posizionamento di vasetti dentro le arnie, per consentire alle api di produrre direttamente il miele al loro interno. La cera costruita viene altresì deumidificata dalle stesse api. Questo consente di ottenere un prodotto il più naturale possibile, riducendo ai minimi termini l’intervento umano».

Un progetto importante quello di Tak che, a Camerano Casasco, parte anche da scelte colturali come i semi melliferi, piante nettarifere e ripristino del gerbido, per ricreare le condizioni ideali al pascolo delle api. Fondamentale, quindi, ricreare miscugli apistici, che garantiscano possibilità di produrre pappa reale tra aprile e settembre

«A Camerano Casasco ho avuto la fortuna di trovare un ambiente favorevole e persone volenterose, per garantire maggiore opportunità di pascolo alle api e per mantenere il prezioso equilibrio tra flora e fauna, quindi, la fondamentale biodiversità, che è anche ricchezza di un territorio».

L’azienda PolyAgriNova di Tak merita una visita diretta e proprio domani, domenica 19 maggio, lui aprirà le porte del suo piccolo regno delle api e del suo laboratorio per tutti coloro che vorranno vedere da vicino il suo lavoro e imparare il ruolo irrinunciabile delle api nella sopravvivenza umana. Una iniziativa in vista della Giornata Internazionale delle Api di lunedì.

Tak spiegherà proprio come sia dura la vita delle api: dopo due anni di importante siccità, il 2024 si è evidentemente presentato nel verso opposto, interessato dal perdurare di abbondanti precipitazioni piovose, che stanno compromettendo il lavoro e la sopravvivenza delle api stesse.

«Spesso, si ha la tendenza a sottovalutata la forza di questi piccoli insetti pronubi – spiega ancora Tak – I cambiamenti climatici e la modificazione degli equilibri ambientali, in molti casi, hanno determinato una riduzione del pascolo disponibile, costringendo le api ad affrontare una sfida in più. La prolungata insistenza piovosa ha limitato l’uscita delle api verso il pascolo, costringendole ad esaurire le scorte effettuate in occasione delle prime fioriture primaverili. Infatti, quanto raccolto, durante la breve finestra soleggiata di inizio primavera, lo stanno utilizzano come autosostentamento».

Da sempre, la fioritura primaverile di acacia è indice di andamento della futura raccolta nel mese di luglio. Le api che raccolgono acacia si garantiscono la condizione necessaria per effettuare altre raccolte, poi, in montagna; diversamente non dispongono delle scorte e delle forze indispensabili, per arrivare alle generazioni future e per affrontare la seconda parte della stagione.

«La stagione estiva è quella più complessa, in quanto, le elevate temperature comportano che le api ricorrano alla termoregolazione, la quale presuppone la disponibilità di tantissimo miele, per procurarsi la necessaria energia per lavorare» prosegue Tak.

«La Giornata Internazionale delle Api riguarda tutti – commentano il presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso – avere consapevolezza e conoscere i potenziali rischi è argomento di interesse collettivo, in quanto, non scordiamoci che: niente api significa niente cibo».

Redazione

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